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Il consultorio che vorremmo

Questo intervento l’ultimo di una serie. Si tratta del risultato di un lavoro di ricerca e approfondimento svolto da Non una di meno Trieste, in occasione della prima assemblea pubblica contro la chiusura dei consultori, tenuta in campo San Giacomo il 31 maggio 2023. Lo smantellamento della sanità pubblica sta avvenendo nel silenzio, dietro la cortina retorica della riorganizzazione e dell’efficientamento: è fondamentale che le persone che abitano nella nostra città sappiano cosa sta succedendo e possano avere gli strumenti per individuare le responsabilità.

Come sono i consultori che vogliamo?

Vogliamo consultori pubblici, laici, gratuiti, numerosi, distribuiti sul territorio.

Vogliamo che ci lavorino lavoratrici assunte a tempo indeterminato, con contratti dignitosi e non precari.

Vogliamo sappiano inquadrare la violenza di genere e la violenza cis etero patriarcale, non solo sconfessando l’inesistente sindrome di alienazione parentale ma evitando ogni forma di vittimizzazione secondaria e ogni proposta di mediazione familiare in situazioni di violenza.

Vogliamo un consultorio che mantenga lo spazio giovani dove giovani donne e ragazz* possano andare per ricevere informazioni sulla salute riproduttiva, la contraccezione e l’aborto.

Vogliamo un consultorio dove donne provenienti da altri Stati e continenti possano rivolgersi per accedere a tutti i servizi offerti dal consultorio familiare con un supporto linguistico.

Vogliamo ci parlino di salute sessuale, partendo dalle scuole e dai servizi educativi.

Vogliamo che nel nostro consultorio si parli di piacere, di prostata femminile, di squirting.

Vogliamo un consultorio che tenga conto anche della popolazione transgender MtF e che ci siano delle professioniste specializzate nella salute delle persone transgender.