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28 giugno: con amore e tanta rabbia

Mercoledì in tantissim* abbiamo portato la nostra rabbia in Piazza Unità per il dimezzamento dei consultori familiari a Trieste. La chiusura dei servizi territoriali di San Giacomo e San Giovanni, esplicitata negli atti di programmazione di Asugi, è un grave attacco al diritto alla salute. In piazza abbiamo allestito degli spazi rappresentativi di ciò che perderemmo con la chiusura dei consultori: l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza, il percorso nascita, l’educazione sessuale e di genere, le informazioni su adozioni e affidamenti, gli spazi giovani, il presidio antiviolenza, il supporto psicologico, le visite ginecologiche, all’interno di un servizio territoriale ad accesso diretto dove si lavora in rete tra professioni e con gli altri servizi del territorio.

Mentre in tant* urlavamo la nostra rabbia per il dimezzamento dei consultori, esito dei tagli al welfare e alla sanità pubblica, a pochi passi da noi si allestiva una cena di gala per possessori di orologi Rolex.

Poche ore prima della nostra manifestazione, comunicata alla Questura con largo anticipo ed evidentemente nota a molt* vista la grande partecipazione, siamo state chiamate perché qualcuno aveva fatto notare che la nostra presenza in piazza non era compatibile con la cena dei ricchi. La Questura ci ha dato delle prescrizioni: ci ha cioè detto che avremmo potuto restare in piazza Unità solo fino alle 19, a patto di non usare un impianto di amplificazione. Poi ce ne saremmo dovute andare, per non disturbare la cena dei ricchi.

Si è trattato di un atto di prepotenza da parte della forza pubblica, che ha prontamente difeso i ricchi e il loro diritto di mangiare in pace, calpestando il più elementare diritto di manifestare, peraltro ancora tutelato dalla Costituzione.

Ma non ci siamo fatte intimidire e tutt* insieme siamo rimaste in piazza.

Ci sembra ridicolo che la Questura si sia accorta della concomitanza di due eventi, in una piazza che sta a pochi passi da loro e che non è di certo periferica, a poche ore dalla manifestazione, ed è gravissimo che abbiano scelto di difendere i privilegi dei rolexportanti cercando di ostacolare la manifestazione in difesa dei consultori e della salute. Com’è stato possibile tutto questo? Chi ha deciso che piazza Unità non è più spazio pubblico ma privato e di pochi?

In questo modello di società, lo stesso che distrugge lo stato sociale, la sanità pubblica e la scuola pubblica, la libertà d’espressione viene limitata e il dissenso viene nascosto, marginalizzato, lasciato in periferia con ordinanze che vietano le manifestazioni nel centro città e addirittura denunciato, perseguitato, perquisito. In questo modello di società, possiamo stare a marcire ai margini della città, senza più sanità di prossimità e reti sociali di supporto, con salari da fame e la spesa che costa ogni giorno di più, ma quello che conta è che lo facciamo in silenzio, senza sporcare con le nostre facce di persone comuni questo centro città che è pensato solo per chi può portarsi al polso un anno del nostro stipendio.

Ma è anche per questo che raddoppia la nostra rabbia: piazza Unità sta diventando la piazza della gente con i rolex, del turismo mordi-e-fuggi, delle crociere che ci intossicano il mare e l’aria; il centro città sta diventando il centro dei tavolini con i dehors, dei supermercati, dei negozi di catena, degli airbnb e delle case dei ricchi. Raddoppia la nostra rabbia perché questa città si è rifatta bella con il bonus 90% sulle facciate, ma le scuole cadono a pezzi e in città ci sono circa 2000 alloggi Ater vuoti e 10mila case private vuote.

Raddoppia la nostra rabbia perché in questa città non ci sono i soldi per delle linee di autobus per rientrare a casa sicure di notte, ma siamo piene di milioni per costruire una grande opera che devasta il territorio come l’ovovia.

Raddoppia la nostra rabbia perché abbiamo saputo che nei giorni precedenti alla manifestazione, Asugi ha inviato una circolare interna al personale dei consultori, diffidando dalla partecipazione alla manifestazione. Supponiamo che tale minaccia sia legata al divieto per i dipendenti pubblici di «nuocere all’immagine della pubblica amministrazione». Dal nostro punto di vista, chi nuoce all’immagine della sanità pubblica è l’Azienda stessa, assieme alle istituzioni coinvolte nello smantellamento della sanità regionale, non rispettando i principi alla base del sistema socio-sanitario, non garantendo equità e universalità e togliendoci i servizi territoriali.

Raddoppia la nostra rabbia perché a Cattinara si possono spendere 204 milioni di euro per la realizzazione della nuova sede dell’ospedale Burlo Garofolo ma fino a ieri 69 OSS con contratto a tempo determinato rischiavano di essere licenziat* il 1 luglio a causa del tetto alla spesa sanitaria imposto dalla Regione. Il rischio è stato rimandato al 31 dicembre grazie alle proteste delle lavoratrici e dei lavoratori, ma rimangono in bilico anche numerose lavoratrici in somministrazione (una sessantina di persone è già stata mandata a casa di recente).

Raddoppia la nostra rabbia perché questo governo ci chiede di essere buone madri e fare i figli alla patria ma poi i mesi di maternità sono un’elemosina, i mesi di paternità sono inesistenti e se sei una persona queer manco puoi avere una carta dove ci stia scritto che tua figlia è tua figlia.

Raddoppia la nostra rabbia perché siamo donne e veniamo ammazzate dai nostri partner o ex partner, una ogni tre giorni, e viviamo in una regione che, invece di finanziare i centri antiviolenza e i consultori, permette che si chiudano questi spazi di ascolto e finanzia i centri di aiuto alla vita, che fanno propaganda terroristica e antiabortista nelle scuole, qui, a Trieste, nel 2023.

Raddoppia la nostra rabbia, ma siamo molto felici di averla condivisa tutt* assieme. Vogliamo ringraziare tutte le persone che sono state con noi e hanno reso colorata, gioiosa e arrabbiata quella bellissima nostra piazza. Grazie in particolare a: Comitato di Partecipazione per i Consultori Familiari di Trieste, Smarza pride, Mamme alla pari, Germinal, Burjana, Murga inevitabile, Aralaralab. Grazie a tutte le creature che hanno animato lo spazio bimb*, grazie a chi ha costruito con noi questo percorso, grazie a chi è passat* per caso, a chi si è fermat* nonostante il caldo, a chi ha capito che era importante restare, grazie a tutte e tutt*: non ci fermiamo!