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8 settembre 2023: scusate il disturbo, ci stanno ammazzando.

Ieri, 8 settembre 2023, siamo state in piazza per tutte le persone vittime di femminicidio e per tutte le nostre sorelle che questo sistema ha ammazzato e per quelle che ha cercato di calpestare. Dal 27 novembre 2021 ci siamo prese uno spazio in Piazza Hortis appendendo un pañuelo per ogni vittima di femminicidio.

Ieri, 8 settembre, ci siamo incontrate per prenderci cura di quel presidio, mentre altre città in Italia vedevano Non una di meno scendere in piazza. In quell’occasione, abbiamo scoperto che i fazzoletti fucsia che riportavano i nomi delle donne ammazzate dal primo gennaio al 25 novembre 2021 erano scomparsi, probabilmente sono stati bruciati, come si può dedurre da qualche scampolo di tessuto incenerito.

Con rabbia, perché vediamo le nostre sorelle morire come mosche, con rabbia perché nemmeno la loro memoria viene rispettata, ci siamo mosse per le vie pedonali del centro, portando in giro i pañuelos, mostrandoli alla città, disturbando la tranquillità falsamente pacifica, facendo sentire il nostro grido, quello di tutte le donne che più non hanno voce.

A oggi sono 80 le donne uccise nel 2023.

Ci stanno ammazzando. Ci soffocano, ci accoltellano, ci sparano, ci stuprano, pensano di poter fare ciò che vogliono dei nostri corpi e delle nostre vite.

435.

Dal 2020 la mano patriarcale di compagni, mariti, ex partner ha spazzato via 435 vite di donne, persone trans e figliə.

La violenza non si ferma. Non è una hit estiva. Non è il caso estivo su cui i media, morbosi, si lanciano cavalcando la spettacolarizzazione della violenza e scandagliando le nostre vite in cerca di un perché.

Vogliamo ricordarci i nomi: sono Francesca Giornelli, strangolata, sono Giulia Tramontano, uccisa a coltellate, sono Laura Pin, ammazzata di percosse, sono Pierpaola Romano, uccisa con arma da fuoco. Vogliamo ricordarci che la colpa non è nostra ma di un sistema che giustifica la violenza e la alimenta, nelle aule dei tribunali e nei discorsi pubblici.

Vogliamo ricordarci le donne uccise non da mostri, ma da uomini, dalla violenza del sistema patriarcale. Vogliamo contarci vive.

Foto di Max Pretto.