La guerra è stata da sempre l’attività specifica del maschio e il suo modello di comportamento virile.
Manifesto di Rivolta femminile, Roma 1970.
Dopo qualche tempo dal corteo del Lotto marzo, riprendiamo le assemblee pubbliche, aperte a tutte e tutt*, all’aperto.
Dall’inizio dell’anno sono già state ammazzate 38 donne solo in Italia dai loro compagni, ex compagni, familiari. Nel mondo, le guerre e le invasioni lacerano i corpi delle donne, e in nome della difesa di quegli stessi corpi vengono giustificate e sostenute altre guerre e altre invasioni. Negli Stati Uniti, sedicenti patria della democrazia, il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza – che non è mai stato normato da una legge – rischia di essere sottratto all’improvviso a milioni di persone, mentre anche dove quel diritto è formalmente garantito, come in Italia, l’accesso è in realtà fortemente ridotto.
Negli ultimi giorni una polemichetta social ha riacceso l’attenzione sulla condizione lavorativa delle lavoratrici in Italia e sulla meschinità della classe dirigente, anche quando è rappresentata da imprenditrici.
Sappiamo bene però che, al di là dei flame mediatici, che velocemente appaiono e velocemente svaniscono, c’è un solo modo per resistere a queste condizioni, e quel modo è provare a stare assieme e assieme organizzarsi.
Per questo riprendiamo a vederci in assemblee aperte a partire da mercoledì 11, alle 19.30, a San Giusto.
Adelante compañeras!
[la foto di copertina è stata scattata durante il corteo del Primo maggio di Non una di meno – Bologna]