Si avvicina Lottomarzo e per l’ottavo anno consecutivo organizzeremo lo sciopero dal lavoro produttivo e riproduttivo a Trieste.
Quest’anno le nostre energie si sono concentrate nella lotta contro la chiusura dei consultori: infinite assemblee e volantinaggi, centinaia di lettere ai giornali locali, la grande manifestazione primaverile in piazza Unità, l’apertura straordinaria del consultorio di San Marco, il corteo della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il presidio davanti alla Direzione generale di Asugi che si è trasformato in un’assemblea dentro la direzione generale di Asugi, il presidio davanti al Consiglio regionale che si è trasformato nel tentativo di entrare nel Consiglio regionale.
In questo anno, siamo entrate in contatto con altre realtà che stanno combattendo contro la chiusura dei consultori in altre parti di Italia, come la realtà del collettivo romano per il consultorio della Garbatella, la realtà di Senigallia e della Locride.
Nonostante tutto questo, l’Azienda sanitaria è arrivata all’atto finale della sua opera distruttrice i due consultori di San Giovanni e San Giacomo sono stati definitivamente chiusi.
Il primo febbraio, siamo state sotto al Consiglio regionale e abbiamo cercato di entrare nell’aula per chiedere che si parlasse di quello che sta succedendo ai consultori familiari di Trieste. Dopo qualche ore di tarantelle, di consultori non si è parlato e noi siamo state tenute fuori dall’aula con l’inganno e con la forza. Qualche settimana dopo, il 20 febbraio, il Consiglio regionale del FVG ha bocciato la mozione per il potenziamento dei servizi sociosanitari pubblici di prossimità presentata dal Patto per l’autonomia e sottoscritta dalle opposizioni. Il Presidente della III commissione ha commentato, strafottente, «non possiamo aprire la porta a chiunque abbia un mal di pancia».
Nel frattempo, la lotta contro la chiusura dei consultori triestini ha cominciato a connettersi con le altre lotte in Italia ed è nata la Rete Nazionale Consultori e Consultorie che lancia oggi, 28 febbraio, la prima mobilitazione nazionale, con lo slogan «Ci volete in mille pezzi, ci avrete unitə in mille piazze».
A Trieste saremo in a fianco del Comitato di partecipazione per i Consultori Familiari con la Rete Nazionale Consultori e Consultorie: ci vediamo oggi 28 febbraio alle 17.30 in Via dell’Orologio lato piazza Unità.
Questa è Trieste oggi: le piazze difendono la sanità pubblica, il diritto alla salute e all’autodeterminazione e i politici si arroccano nei loro palazzi per distruggere quella stessa sanità pubblica, protetti dagli scudi e dai manganelli.
Nonostante le mobilitazioni vengono quindi chiusi due consultori su quattro, in una città in cui la legge ne prevederebbe dieci. A fronte di un femminicidio ogni tre giorni, Asugi chiude due presidi tra i cui compiti vi è occuparsi della la violenza di genere. Nonostante l’OMS (e addirittura il Pnrr) proponga una salute di prossimità, i servizi territoriali vengono smantellati e accentrate le strutture. Nonostante l’indice di salute mentale delle persone adolescenti sia pericolosamente basso e aumenti il bisogno di supporto all’educazione sessuale e affettiva, Asugi sotto direttive regionali chiudono due Spazi giovani.
Non sappiamo cosa succederà ora per le adolescenti, i genitori, i neonati, le ragazze, le donne, le persone queer di Trieste: avremmo voluto più consultori, consultori più inclusivi e invece ci tolgono quel poco che avevamo. Provano a ingannarci dicendo che le nuove strutture staranno aperte qualche ora in più: ma noi sappiamo fare i conti e sappiamo che in realtà ci stanno togliendo ore complessive di servizio, sappiamo che non sostituiscono chi va in pensione, che hanno smesso di portare avanti numerosi progetti come quello di educazione sessuale nelle scuole.
Abbiamo ragione noi e non ci fermiamo. Per questo saremo in piazza oggi e per questo Lotto marzo scioperiamo e scendiamo in corteo invadendo tutta la città.🔥🔥