(Il lago di Barcis dista da Trieste 140km.)
Se domani non rispondo alle tue chiamate, mamma. Se non ti dico che sto per cenare. Se domani, mami, non vedi arrivare il taxi.
Forse sono avvolta nelle lenzuola di un hotel, su una strada o in un sacco nero (Mara, Micaela, Majo, Mariana). Forse sono in una valigia o mi sono persa sulla spiaggia (Emily, Shirley).
Non aver paura, mamma, se vedi che sono stata pugnalata (Luz Marina). Non gridare quando vedi che mi hanno trascinata (Arlette [Giulia]). Mamma, non piangere se scopri che mi hanno impalata (Lucia).
Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato, che sono stata io per com’ero vestita, perché avevo alcool nel sangue. Ti diranno che ero in giro la sera tardi, che ero da sola. Che il mio ex psicopatico aveva le sue ragioni, che gli ero stata infedele, che ero una puttana. Ti diranno che ho vissuto, mamma, che ho osato volare molto in alto in un mondo senz’aria.
Ti giuro, mamma, che sono morta combattendo. Ti giuro che ho urlato tanto forte quanto ho volato in alto.
Lui si ricorderà di me, ma’, saprà che sono stata io a rovinarlo quando avrà di fronte il volto di tutte quelle che urleranno il mio nome. Perché lo so, mamma, che non ti fermerai.
Però, te lo chiedo per quello che ami di più al mondo, non trattenere mia sorella. Non rinchiudere in casa le mie cugine, non privare di nulla le tue nipoti. Non è colpa loro, mamma, come non è stata colpa mia. La colpa è dei maschi, sarà sempre loro. Lotta per le ali [delle mie sorelle, delle mie cugine, delle tue nipoti], quelle ali che a me hanno tarpato. Lotta per loro, che possano essere libere di volare più in alto di me. Combatti perché urlino più forte di me. Possano vivere senza paura, mamma, proprio come ho vissuto io.
Mamita, non piangere sulle mie ceneri.
Se domani sono io, mamma, se domani non torno, distruggi tutto.
Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.
Cristina Torre Cáceres,
poeta e attivista peruviana
2011
traduzione a cura di Non una di meno – Trieste