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Non una di meno feat. Smarza pride

A una settimana e qualche giorno dal corteo dello Smarza pride, condividiamo lintervento che abbiamo letto in piazza Unità quel giorno.

In questi giorni di becera campagna elettorale, si parla di tutto e non si parla di noi: di noi donne e persone queer, di noi povere e precarie, di noi persone senza futuro, di chi subisce la violenza razzista dello Stato, dei confini e dei Cpr.

Proprio oggi, quando una donna ha deciso di denunciare le molestie subite dal senatore Matteo Richetti, si sono levate alcune voci in sua difesa, mentre tutti gli altri, imbarazzatissimi e incapaci, si sono chiusi in un assordante silenzio. Quella storia, per altro, è una storia come tantissime altre, con tutto il portato di abuso di potere, violenza poliziesca e tentativi di diffamazione ai quali si espongono coloro che scelgono di denunciare, legalmente o mediaticamente. A quella donna e a tuttu quelle che raccontano la propria storia di violenza, diciamo: sorelle, vi crediamo!

Per noi che non siamo maschi eterocis con il portafogli pieno, non è mai stato un buon periodo, ma pare che questo che stiamo vivendo, e i mesi che abbiamo di fronte, facciano ancora più cacare.

Siamo di fronte a un attacco sferrato a livello globale al diritto all’aborto, cioè alla libertà di autodeterminazione delle donne.

In Italia, dove teoricamente il diritto di abortire è garantito, ci sono 72 ospedali che hanno tra l’80 e il 100%di obiettori di coscienza. Ci sono 22 ospedali e 4 consultori con il 100% di obiezione tra medici ginecologi, anestesisti, personale infermieristico e OSS; 18 ospedali con il 100% di ginecologi obiettori. Ci sono 46 strutture che hanno una percentuale di obiettori superiore all’80%. Sono 11 le regioni in cui c’è almeno un ospedale con il 100% di obiettori. Le Regioni più inadempienti sono la Sardegna e la Sicilia, con più dell’80% di mancata risposta all’accesso civico generalizzato. Ad Andria (Puglia) sono obiettori al 100% sia i ginecologi sia il personale non medico. 

Fuori gli obiettori dai servizi!

Il 28 settembre è la Giornata dellaborto libero e sicuro. Sappiamo bene quanto possa essere difficile anche in Italia accedere a un aborto sicuro e gratuito e questo attacco ci dà l’occasione per ripetere che la nostra lotta non si fermerà, che ogni nuova limitazione sarà campo di battaglia e che ci organizziamo ed informiamo continuamente.

Purtroppo cè unaltra cosa che succede continuamente: sono i femminicidi. dal primo agosto 2021 ad oggi, le donne uccise per mano di un uomo, sono 128.  In media più di una donna ogni tre giorni. Quasi 9 volte su 10 chi violenta e uccide è un uomo conosciuto in ambito affettivo o familiare. La matrice di questa violenza è la stessa che agisce contro persone Lgbtiaq+, contro persone migranti, le seconde generazioni e contro persone con disabilità. E contro questa violenza, contro il sistema eteropatriarcale, noi oggi diciamo basta.

Ma queste non sono le sole violenze con cui combattiamo ogni giorno. Un fenomeno onnipresente e pervasivo è quello delle molestie: in strada, a lavoro, a scuola, in famiglia, tra amici. Vogliamo essere punto di riferimento e megafono per tutte le persone che subiscono molestia, e continuare a denunciare questo sistema, in cui la violenza è strutturale: il patriarcato. Le molestie e le violenze hanno la stessa matrice.

Nei mesi scorsi, dopo le parole infami del sindaco Dipiazza, con una campagna social sulle molestie, abbiamo raccolto le testimonianze delle molestie vissute quotidianamente dalle donne e dalle persone della comunità queer. Ne sono emerse tantissime voci che hanno raccontato di una violenza che è quotidiana e capillare, vissuta ovunque e continuamente.

Sappiamo quanto sia necessario ora più che mai starci accanto e lottare tuttə insieme per i nostri diritti e sia fondamentale la trasversalità delle lotte.

⚠️ LA NOSTRA SICUREZZA non è data da politiche securitarie e dalla chiusura dei confini. Negare la dimensione strutturale della violenza maschile e di genere, come di fatto fanno le istituzioni, significa leggere i femminicidi come emergenza e gli episodi omolesbobitransfobici, razzisti e abilisti come casi isolati. Questo porta a non affrontare mai veramente la violenza ma a dare ipocrite risposte solo attraverso misure punitive ed emergenziali.

💶 Vogliamo più finanziamenti ai centri antiviolenza femministi. Vogliamo un welfare universale che non regga sul lavoro gratuito che svolgiamo, vogliamo un accesso all’aborto libero, sicuro e gratuito; vogliamo un salario minimo e un reddito di autodeterminazione.

⚧ Vogliamo un’educazione femminista, orientata al consenso e a combattere gli stereotipi sessisti, omolesbobitransfobici, abilisti, coloniali e razzisti.

📣 NESSUN GOVERNO sarà al nostro fianco e non possiamo delegare a nessuna prossima maggioranza parlamentare la nostra lotta, ma continueremo a organizzarci e lottare ogni giorno nelle case, nelle strade e nei posti di lavoro contro la violenza maschile patriarcale, razzista e abilista.

🔥 Se, come dice Audre Lorde, la casa del padrone non si distrugge con gli strumenti del padrone, dobbiamo portare avanti tutte insieme una lotta che sappia costruire nuovi strumenti e immaginari. Vogliamo e pratichiamo una messa in discussione radicale della nostra società che la trasformi profondamente.

Se toccano una, rispondiamo tutte!