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Storie di femminismo antimilitarista: autoformazione

Quando, il 28 aprile 1915, all’Aja si diede il via al Congresso Internazionale delle Donne per la Pace, l’Europa era in guerra da quasi un anno e in Italia i venti interventisti soffiavano fortissimi. I partiti socialisti di quasi tutti i Paesi europei avevano abbandonato l’internazionalismo e si erano scoperti nazionalisti: tutti, tranne quello italiano, si erano dichiarati interventisti.

Dai testi di Simone Weil all’esperienza di Virgilia d’Andrea, dalle tre ghinee di Virginia Woolf alla proposta delle Donne in nero, da Emma Goldman a Pinar Selek, moltissime pensatrici e militanti hanno provato a teorizzare e praticare una proposta antimilitarista e/o pacifista di fronte al montare della follia bellica. Oggi, un gruppo di femministe russe sta organizzando, all’interno del Paese aggressore, una resistenza femminista contro la guerra. Il loro manifesto l’abbiamo tradotto qui, con la revisione dal russo di Martina Napolitano.

Questo incontro di autoformazione si propone come obiettivo quello di provare a ricostruire una storia del pensiero femminista antimilitarista, provare a leggere insieme dei testi scritti in passato o a raccontarci delle esperienze di resistenza pacifista. Lo scopo è quello di costruirci degli strumenti teorici per capire come affrontare questo periodo di propaganda bellica martellante, senza perdere di vista la solidarietà a chi è aggredita e l’opposizione a tutti i governi.

Chiunque può contribuire portando un passo da leggere o un’esperienza da commentare. L’autoformazione è uno spazio dove non ci sono maestre, dove il sapere si costruisce insieme, con il contributo di tutte.

Ci vediamo mercoledì 25, alle 19.30, a San Giusto, al solito posto.