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Lotto marzo e le piazze vietate

Due anni fa, Lotto marzo cadde nel primo giorno di lockdown. Noi eravamo sprovviste di strumenti per capire quello che ci stava avvenendo intorno e abbiamo scelto di non scendere in piazza, per autotutelarci dalla diffusione di un virus del quale sapevamo e capivamo pochissimo.

L’anno scorso, Lotto marzo cadeva nei giorni delle riapertura. Siamo scese in piazza, con rabbia e con gioia, e in quella piazza Unità piena di gente sentivamo tutta l’energia dello stare insieme.

Quest’anno, vogliamo organizzare un corteo, per ricordare a tutta la città che, oltre all’emergenza sanitaria, ce n’è un’altra, da quattromila anni, che si chiama patriarcato.

Facciamo un corteo fino in piazza Unità! VIETATO.

Dal 1 novembre 2021, per primi in Italia, il Comune e la Prefettura di Trieste hanno interdetto la piazza principale alle manifestazioni, nel tentativo di reprimere il movimento contro il Green-pass. La decisione era di natura politica e non sanitaria. Manifestazione sotto il consiglio comunale, ottobre 2018, ph. Claudia Bouvier.

Allora facciamo un corteo altrove! VIETATO.

I cortei sono vietati in zona arancione; e il Friuli-Venezia Giulia, al momento, è l’unica regione in zona arancione. Non c’è nessuna ragione sanitaria che renda pericoloso lo stare assieme, all’aria aperta, camminando. Si tratta di una limitazione della libertà di manifestazione e di espressione.

Corteo contro l’amore romantico, San Valentino 2018.

Allora facciamo un presidio in piazza della Borsa? VIETATA. In piazza S. Antonio? VIETATA. In piazza Goldoni? VIETATA.

Dal 10 novembre, il Viminale ha emanato un decreto che dà il potere alle prefetture di limitare la libertà di manifestazione nei centri storici e in prossimità di “luoghi sensibili”. Questo decreto è stato applicato in modo molto diverso da città a città. Solo a Trieste ciò ha comportato il divieto per l’intero centro cittadino. La direttiva della ministra Lamorgese del 10.11.2021 dice anche però «L’individuazioni di tali aree dovrà avvenire nel rispetto del principio di proporzionalità, atteso che il diritto costituzionalmente garantito di riunirsi e manifestare liberamente in luogo pubblico costituisce espressione fondamentale della vita democratica e come tale va preservato e tutelato»Ma ci pare che, con tutto il centro off-limits, nessun «diritto» venga «preservato e tutelato». Anche questa decisione è politica e non sanitaria. 

Flashmob El violador eres tú, piazza Borsa, novembre 2020, ph. Claudia Bouvier.

In quello che si autodefinisce uno Stato di diritto e una democrazia, la possibilità di esprimere dissenso pubblicamente è fortemente limitata, con il pretesto dell’emergenza socio-sanitaria. La sindemia non ha portato a nessun investimento in salute, istruzione, contrasto della povertà ma soltanto alla legittimazione di una stretta repressiva allucinante.

Ma noi sappiamo che, ogni passo indietro che facciamo, quelli si prendono un pezzo della nostra libertà. Vogliamo stare nelle strade e nelle piazze della nostra città, contro la violenza del patriarcato e la violenza degli Stati, Lotto marzo è tutto l’anno.